Il nucleo, la "platea communis", il punto più rappresentativo e allo stesso tempo rilassante di questa gita a Gubbio, lo troviamo senz'altro in una sosta in Piazza Grande.
Non a caso, anche per le riprese di "Don Matteo", è di gran lunga la location più ripetitiva. E non soltanto per le partite a scacchi di Don Matteo e Cecchini, o per il Palazzo Pretorio che fa da Caserma, ma anche - per es. - per gli incontri "casuali" in cui Cecchini mette al corrente Don Matteo delle indagini sui delitti, oppure quando la figlia di Cecchini, Patrizia, va in cerca di Tommasi per chiedergli di farle ripetizioni di Scienze, e altro ancora.
Piazza Grande è una platea pensile, tra le più potenti e ardite realizzazioni urbanistiche medievali. Agli inizi del '300 Gubbio era uno dei centri più importanti dell'area appenninica umbro-marchigiana, grazie al notevole sviluppo delle manifatture cittadine e con esse del commercio. Le esigenze di rappresentazione dell'autorità comunale (si era infatti nel periodo "dei Comuni"), in una fase di potenza economica e politica esercitata in assoluta autonomia su un vasto territorio, si espressero nella decisione (14 dicembre 1321) di ridefinire il
baricentro politico e civile dell'organismo urbano: sorgono così il palazzo del Popolo (ora dei Consoli), quello del Podestà e, appunto, la piazza pensile.
Gli edifici e la piazza hanno una grandezza tale da apparire quasi sovradimensionati rispetto al nucleo storico della città. Il Palazzo dei Consoli, l'unico portato a termine, leva la sua mole emergendo sopra la città da qualunque visuale.
La fine delle autonomie comunali con l'avvento della signoria dei Gabrielli (1350) sancisce anche l'interruzione dei lavori: il Palazzo Pretorio rimarrà incompiuto, mentre le sostruzioni della piazza verranno completate solo nel 1482.