Con queste foto finisce il reportage. Una volta di ritorno ho messo insieme le immagini dei film e le foto scattate. Alcuni posti sono rimasti uguali, altri sono stati del tutto modificati. Oltre alla bellezza dei luoghi rimane vivo il calore dell’ospitalità dei colombiani. In ben più di una occasione ci sono stati dei semplici passanti che hanno voluto cercare di aiutarmi per indicarmi una determinata strada o una determinata chiesa.
Contrariamente a quanto si dica, Cartagena mi è sembrata una città molto tranquilla. Credo di avere l’obbligo, limitatamente ai posti in cui sono stato, di dover smentire l’opinione dell’immaginario collettivo, che vuole proporre una Colombia violenta, dominata dai narcos e dalla droga. Personalmente, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un popolo estramente comunicativo, fiero e socievole.
E’ stato incredibile constatare quanta gente incontrata per strada si ricordasse di Terence Hill e di Bud Spencer. Al solo mostrare le immagini tratte dai film, molte persone ora già sessantenni, ripercorrevano, con la memoria, i giorni in cui la città veniva monopolizzata dalle troupes che filmavano le scene. Tutti quanti, hanno ricordato il clima di estrema allagria che serpeggiava fra i tecnici, gli attori e le semplici comparse.
Cartagena è stata utilizzata da molti registi e sceneggiatori come luogo ideale per le riprese di molti film, uno fra tutti La Queimada di Gillo Pontecorvo che annoverava come attore principale niente di meno che Marlon Brando.
Il consiglio per chiunque voglia tuffarsi in una città da fiaba è quello di andarci e di perdersi fra le vie del centro. Nessuno potrà rimanere deluso.

Un saluto,
Nicola "Chapita", 2010