Giuseppe
Colizzi nasce a Roma nel 1925. Nel cinema dal 1948, collaborò inizialmente soprattutto col regista Luigi Zampa, di cui era nipote, sia come aiuto
("Campane a martello", "Cuori senza
frontiere", "È più facile che un cammello...") sia come direttore di produzione
("Anni facili", "L'arte di
arrangiarsi"), incarico che svolse anche negli anni seguenti
("Il bidone", "L'onorata società",
"Omicron", ecc.), alternandolo a quello di sceneggiatore
("I nuovi angeli") e, occasionalmente, montatore
("Sette a Tebe").
Nel 1958 pubblicò un romanzo d'ambiente gangsteristico americano
("La notte ha un'altra voce"), cui fece seguire nel 1960 un altro romanzo
("Orrendamente legittima"), imperniato su un uxoricidio.
Dopo aver prodotto due film di buon rilievo e successo
("Le belle famiglie", "Questa volta parliamo di
uomini") per la Crono Film, alla fine degli anni sessanta esordì alla regia - produttore anche di se stesso - inventando un sottofilone dello
"spaghetti western" allora in voga, che godette di notevole fortuna e che ebbe in lui il principale esponente: il western umoristico, iniziato con
"Dio perdona... io no!", del 1967. A differenza delle parodie del genere che in Italia si erano già fatte, i film di Colizzi serbavano intatto il gusto
dell'avventura classica, ma portandolo alla dimensione dell'ironia e della satira, non senza una certa eleganza formale (particolarmente rinvenibile in
"La collina degli stivali", del 1969, dalla insolita ambientazione circense). Allo scopo egli lanciò come protagonisti fissi Mario Girotti, attore che, pur presente da tempo sugli schermi, non era ancora emerso, e l'ex campione di nuoto Carlo Pedersoli, ribattezzandoli Terence Hill e Bud Spencer; "bello", scattante e distaccato il primo, corpulento, sanguigno e impetuoso il secondo, del tutto complementari nei caratteri, pronti a rimbeccarsi nei dialoghi ma sempre disponibili a gettarsi insieme nella mischia provocando risse di enormi proporzioni. Mentre altri sottolineavano, nello
"spaghetti western", l'elemento della violenza, i film di Colizzi la smitizzavano con due eroi pacifici, usi più ad adoperare i pugni che la pistola.
Dal 1975 fu direttore di una televisione privata romana, la SPQR, traendo spunto da tale esperienza per il suo ultimo film, il satirico
"Switch", del 1978, non ultimato per la sua improvvisa e prematura
scomparsa avvenuta il 23 agosto 1978.
("Dizionario del cinema italiano - I Registi"
"Film lexicon degli autori e delle opere")
|