Cava della Magliana (Roma, Lazio)
Cava di Breccia. Molti furono i film girati in questa cava, soprattutto western. Sul posto era stato costruito un villaggio in stile messicano di cui purtroppo oggi non c’è più traccia. Vicino a questo si trovava anche un piccolo caseggiato che veniva modificato in base alle esigenze sceniche. Era ad esempio una locanda nel primo Trinità, era la casa dei genitori nel secondo Trinita.
Le immagini di Trinità con la slitta che diverse “fonti” sosterrebbero essere state girate in una spiaggia del littorale romano, in realtà sono sempre state girate all’interno della cava stessa.
Qui furono girate scene dei film “Dio perdona, io no!”, “Un esercito di 5 uomini”, “Lo chiamavano Trinità”, “…continuavano a chiamarlo Trinità”, “…e poi lo chiamarono il magnifico”.

Queste tre foto le ho scattate nel 2012, e mostrano delle porzioni della zona totalmente recintata, e della cava.

Seguono unicamente screenshot tratti dai film, e che mostrano ciò che si girò al suo interno.

- Un esercito di 5 uomini (1969)
Interessante la foto in basso a sinistra che mostra il set in stile messicano nella sua interezza. Sul fondo si può scorgere anche la fossa con l’acqua che si vede in “Dio perdona, io no!”. Il costone che si vede sullo sfondo delle foto di destra è una caratteristica di riconoscimento di questo set.

- Dio perdona…, io no! (1967)
La fossa piena d’acqua dovrebbe essere l’unica location di questo film alla cava della Magliana.

- Lo chiamavano Trinità (1970)

- … continuavano a chiamarlo Trinità (1971)

- … e poi lo chiamarono il magnifico (1972)

Confronto interni caseggiato.

Un particolare caseggiato appare in ben 3 film, ma non è mai uguale. Per ognuno di questi è stato modificato sia esternamente, che internamente, ma è comunque riconoscibile. In “Lo chiamavano Trinità” (1970) era la locanda di inizio film, in “… continuavano a chiamarlo Trinità (1971) era l’abitazione dei genitori di Trinità e Bambino, e in “… e poi lo chiamarono il magnifico” (1972) era la locanda dove lavorava il “muto”.

“Lo Chiamavano Trinità” (1970): La porta dalla quale entra Trinità stava sulla destra del tavolo. Dietro il locandiere si vedono delle mensole incastonate nel muro, e dietro il messicano si nota la luce che filtra attraverso una finestra.

“… continuavano a chiamarlo Trinità” (1971): La porta a destra del tavolo è scomparsa, ed è apparsa una finestra. Dietro i banditi si vedono ancora le mensole incastonate nel muro, ma al posto della finestra ora c’è una porta.

“… e poi lo chiamarono il magnifico” (1972): Un tavolo (ogni volta diverso) è rimasto sempre nello stesso punto. Le mensole che erano incastonate nel muro sono sparite, ed è apparsa una finestra! La porta è rimasta.